Comunicazioni della Presidenza
“Togliere ai grandi, per dare ai piccoli”!
LA PRESIDENTE -LETTERA APERTA
6 ottobre 2016Al Signor Ministro dell’Interno
On. Angelino Alfano
Piazza del Viminale
00184 Roma
e, p.c. Al Ministro Affari Regionali
On Enrico Costa
Via della Stamperia
00184 Roma
oggetto: “Togliere ai grandi, per dare ai piccoli”!
Al Viminale il nuovo Piano nazionale d’accoglienza lo sintetizzano così: «Alleggeriremo le metropoli, come Roma e Milano, pretendendo che tutti, anche i paesi più piccoli, facciano il loro». Nessuno sarà escluso. I comuni verranno divisi in tre gruppi: quelli fino ai 2.000 abitanti, quelli con più di 2.000 abitanti e città metropolitane. Le quote? Massimo 5 migranti per i primi, 2,5 ogni mille abitanti per i secondi, “solo” 1,5 profughi ogni mille residenti per i comuni metropolitani. Chi collaborerà verrà premiato con deroghe al blocco delle assunzioni e 50 centesimi giornalieri per ogni richiedente asilo ospitato.
Questo in sintesi quanto riportato da “Repubblica” sull’ennesimo incontro fra Anci, che ormai non rappresenta più i piccoli comuni, ed il Ministero dell’interno. Evidenziamo, ancora una volta, che fino a oggi si è solo e sempre tolto ai piccoli comuni virtuosi in termini di:
servizi (scuole, presidi sanitari, poste, trasporti, personale di sostegno agli alunni disabili ); finanziamenti (taglio di 204 euro per abitante dal 2010 ad oggi, taglio ai finanziamenti per realizzare interventi a difesa del territorio, taglio rimborsi spese elezioni, , blocco delle assunzioni di personale anche di fronte a necessità impellenti quali l’assistenza agli anziani o ai cittadini disabili); sicurezza (i furti nelle abitazioni e le truffe agli anziani colpiscono soprattutto i piccoli comuni, ma si chiudono le caserme nei territori dei piccoli comuni o si pone a carico dei comuni stessi l’affitto degli immobili privati adibiti a caserme dei carabinieri ).
Tutto ciò per favorire i grandi comuni spreconi ed evitare il default delle grandi città, consentendo, altresì, le assunzioni nelle grandi città anche se aventi personale in sovrannumero. Oggi invece il paradosso: togliere ai grandi comuni, per dare ai piccoli: i migranti!
E quanta magnanimità da parte di Anci e del Ministero dell’Interno. Ci verrebbe erogata l’ingente somma di 50 centesimi al giorno per ogni migrante (15 euro al mese per assisterlo, insegnargli la lingua, formarlo professionalmente, dotarlo di abbigliamento da lavoro e di assicurazione sugli infortuni, ecc.). NON SOLO, ci viene pure consentito di assumere personale per assisterlo, ma con quali risorse? E perchè quando chiedevamo di assumere personale di vigilanza per la sicurezza dei nostri cittadini o personale per l’assistenza dei disabili e degli anziani nelle nostre case di riposo ci veniva risposto picche? E con la scusa di assistere i migranti, certamente assisteremo al boom di assunzioni clientelari in particolare nelle grandi città. Finchè i problemi riguardavano, e riguardano, i nostri cittadini l’Anci ed il Ministero facevano, e fanno, orecchie da mercante, adesso che non si sa più come gestire un fenomeno epocale di così grandi proporzioni, destinato a non esaurirsi tanto facilmente, ci si ricorda dei comuni piccoli per tentare di risolvere quello che il governo definisce e affronta, erroneamente, come un’ emergenza. Se il ritmo degli sbarchi continua a essere costante fra meno di un anno da 5 migranti si passerà a 10 e poi a 50 e poi a 100 ogni mille abitanti e cosi via. Dopo un decennio di tagli e sacrifici imposti ai nostri cittadini, mentre i grandi comuni facevano buchi di bilancio, non prendendo mai in considerazione le sacrosante proteste dei sindaci dei piccoli comuni, oggi ci impongono altri sacrifici senza essere consultati e senza garanzie di nessun tipo: finanziamenti, sicurezza sociale, tempi di durata dell’emergenza e così via.
Diciamo no ad accordi sulla pelle delle nostre comunità, fatti con un’associazione (anci) che non ci rappresenta più ormai da anni. Molti comuni piccoli interverranno ugualmente per il senso di solidarietà e di attenzione che i loro sindaci hanno sempre avuto nei confronti di chi ha più bisogno, ma senza tener conto di accordi pasticciati, inutili, privi di ogni visione a medio e lungo termine e con risorse finanziarie risibili. Occorre poi avere ben presente che molti piccoli comuni, pur essendo sensibili al problema, sono nell’impossibilità oggettiva di ospitare.
Invito tutti i sindaci ad inviare una viva protesta al Ministero dell’Interno specificando che tale accordo, nato da incontri ai quali la nostra associazione non è stata invitata, non ha valore per i comuni aderenti all’ANPCI.
Roma, 05.10.2016
Franca Biglio
On. Angelino Alfano
Piazza del Viminale
00184 Roma
e, p.c. Al Ministro Affari Regionali
On Enrico Costa
Via della Stamperia
00184 Roma
oggetto: “Togliere ai grandi, per dare ai piccoli”!
Al Viminale il nuovo Piano nazionale d’accoglienza lo sintetizzano così: «Alleggeriremo le metropoli, come Roma e Milano, pretendendo che tutti, anche i paesi più piccoli, facciano il loro». Nessuno sarà escluso. I comuni verranno divisi in tre gruppi: quelli fino ai 2.000 abitanti, quelli con più di 2.000 abitanti e città metropolitane. Le quote? Massimo 5 migranti per i primi, 2,5 ogni mille abitanti per i secondi, “solo” 1,5 profughi ogni mille residenti per i comuni metropolitani. Chi collaborerà verrà premiato con deroghe al blocco delle assunzioni e 50 centesimi giornalieri per ogni richiedente asilo ospitato.
Questo in sintesi quanto riportato da “Repubblica” sull’ennesimo incontro fra Anci, che ormai non rappresenta più i piccoli comuni, ed il Ministero dell’interno. Evidenziamo, ancora una volta, che fino a oggi si è solo e sempre tolto ai piccoli comuni virtuosi in termini di:
servizi (scuole, presidi sanitari, poste, trasporti, personale di sostegno agli alunni disabili ); finanziamenti (taglio di 204 euro per abitante dal 2010 ad oggi, taglio ai finanziamenti per realizzare interventi a difesa del territorio, taglio rimborsi spese elezioni, , blocco delle assunzioni di personale anche di fronte a necessità impellenti quali l’assistenza agli anziani o ai cittadini disabili); sicurezza (i furti nelle abitazioni e le truffe agli anziani colpiscono soprattutto i piccoli comuni, ma si chiudono le caserme nei territori dei piccoli comuni o si pone a carico dei comuni stessi l’affitto degli immobili privati adibiti a caserme dei carabinieri ).
Tutto ciò per favorire i grandi comuni spreconi ed evitare il default delle grandi città, consentendo, altresì, le assunzioni nelle grandi città anche se aventi personale in sovrannumero. Oggi invece il paradosso: togliere ai grandi comuni, per dare ai piccoli: i migranti!
E quanta magnanimità da parte di Anci e del Ministero dell’Interno. Ci verrebbe erogata l’ingente somma di 50 centesimi al giorno per ogni migrante (15 euro al mese per assisterlo, insegnargli la lingua, formarlo professionalmente, dotarlo di abbigliamento da lavoro e di assicurazione sugli infortuni, ecc.). NON SOLO, ci viene pure consentito di assumere personale per assisterlo, ma con quali risorse? E perchè quando chiedevamo di assumere personale di vigilanza per la sicurezza dei nostri cittadini o personale per l’assistenza dei disabili e degli anziani nelle nostre case di riposo ci veniva risposto picche? E con la scusa di assistere i migranti, certamente assisteremo al boom di assunzioni clientelari in particolare nelle grandi città. Finchè i problemi riguardavano, e riguardano, i nostri cittadini l’Anci ed il Ministero facevano, e fanno, orecchie da mercante, adesso che non si sa più come gestire un fenomeno epocale di così grandi proporzioni, destinato a non esaurirsi tanto facilmente, ci si ricorda dei comuni piccoli per tentare di risolvere quello che il governo definisce e affronta, erroneamente, come un’ emergenza. Se il ritmo degli sbarchi continua a essere costante fra meno di un anno da 5 migranti si passerà a 10 e poi a 50 e poi a 100 ogni mille abitanti e cosi via. Dopo un decennio di tagli e sacrifici imposti ai nostri cittadini, mentre i grandi comuni facevano buchi di bilancio, non prendendo mai in considerazione le sacrosante proteste dei sindaci dei piccoli comuni, oggi ci impongono altri sacrifici senza essere consultati e senza garanzie di nessun tipo: finanziamenti, sicurezza sociale, tempi di durata dell’emergenza e così via.
Diciamo no ad accordi sulla pelle delle nostre comunità, fatti con un’associazione (anci) che non ci rappresenta più ormai da anni. Molti comuni piccoli interverranno ugualmente per il senso di solidarietà e di attenzione che i loro sindaci hanno sempre avuto nei confronti di chi ha più bisogno, ma senza tener conto di accordi pasticciati, inutili, privi di ogni visione a medio e lungo termine e con risorse finanziarie risibili. Occorre poi avere ben presente che molti piccoli comuni, pur essendo sensibili al problema, sono nell’impossibilità oggettiva di ospitare.
Invito tutti i sindaci ad inviare una viva protesta al Ministero dell’Interno specificando che tale accordo, nato da incontri ai quali la nostra associazione non è stata invitata, non ha valore per i comuni aderenti all’ANPCI.
Roma, 05.10.2016
Franca Biglio