Comunicazioni della Presidenza
Piano di rimodulazione degli Uffici Postali Comunicato della Presidente Anpci
13 maggio 2015PIANO RIMODULAZIONE UFFICI POSTALI: DETERMINAZIONI.
PREMESSO CHE:
- Poste Italiane ha approvato un Piano di rimodulazione degli Uffici Postali che dovrebbe adeguare l’offerta all’effettiva domanda sul territorio tenendo fermo il principio della centralità del cittadino e della massima attenzione per le sue esigenze;
- detto piano, sempre secondo Poste Italiane, sarebbe stato definito in conformità con il vigente Contratto di Programma e con la normativa che stabilisce particolari garanzie per i Comuni caratterizzati da una natura prevalentemente montana del territorio e dalla scarsa densità abitativa;
- pertanto con detto piano Poste Italiane recepirebbe le indicazioni del Presidente dell’AgCom, Angelo Marcello Cardani, che con una sua lettera, obbliga Poste “a garantire la fruizione del servizio postale nelle zone disagiate anche a fronte di volumi di traffico molto bassi”;
RILEVATO che invece il solo Piemonte rischia di fatto che una quarantina di uffici siano chiusi e più di 130 sportelli di piccoli comuni non funzioneranno più a tempo pieno bensì soltanto due o tre volte a settimana, venendo così a mancare un servizio importante per tali aree e dove di conseguenza pagare bollette, ritirare le pensioni o spedire un pacco sarà più difficile, soprattutto per la maggioranza della popolazione anziana;
RIBADITO che solo la collaborazione con le Amministrazioni Locali, con chi cioè conosce il territorio montano, avrebbe consentito a Poste Italiane di ridefinire standard dei servizi e offerta nelle nostre aree montane dove è evidente che i servizi non possono essere organizzati come nelle città e nelle aree ad alta densità di popolazione;
PRESO ATTO che:
- con sentenza n. 1262, depositata l’11.03.2015 la sesta Sezione del Consiglio di Stato ha sancito che NON è CONSENTITO a Poste Italiane chiudere uffici postali nei piccoli centri se non vengono rispettate le distanze in rapporto alla popolazione e se la scelta non viene adeguatamente motivata;
- la sentenza si basa su due aspetti fondamentali:
1) nell’analisi del rapporto popolazione/distanze, in quanto l’espressione “accessibilità al servizio” utilizzata dal DM 7.10.2008, non può prescindere dall’effettiva e normale percorribilità delle strade di accesso agli uffici postali in termini di reale e conveniente fruibilità da parte dei cittadini e le strade devono essere altresì servite da mezzi pubblici;
2) nella considerazione che le determinazioni di Poste Italiane non possono basarsi esclusivamente su parametri economici e gestionali: “la Società non può fare spending review sulle spalle dei piccoli Comuni, determinando disservizi e disagi soprattutto alla popolazione anziana e a quella priva di strumenti tecnologici”;
DATO ATTO che i Direttori di Fiale di Poste si limitano a comunicare la modifica dell’orario di apertura al pubblico dell’Ufficio Postale dei Comuni interessati al provvedimento, senza che venga fornita alcuna motivazione specifica circa la decisione assunta;
RIBADITA pertanto la ferma opposizione dell’ A.N.P.C.I. alla chiusura o riduzione di orario di apertura degli Uffici Postali nei piccoli comuni, in particolare montani, già penalizzati da difficoltà socio – economiche, privi di strumenti tecnologici e costantemente penalizzati da riduzioni di servizi;
CONSIDERATO che Poste Italiane SpA riceve contributi dalla Stato per consentire agli uffici postali periferici di garantire l’erogazione dei servizi postali essenziali;
D I S P O N E
-La ferma opposizione dell’A.N.P.C.I. alla chiusura o riduzione di orario di apertura degli Uffici Postali nei piccoli comuni, in particolare montani, come da Piano di rimodulazione approvato da Poste Italiane;
-Di diffidare pertanto Poste Italiane dall’assumere qualunque decisione in merito all’orario di servizio dell’Ufficio Postale dei piccoli comuni, che determini disservizi e disagi alla popolazione, impegnandosi in caso contrario a difendere in ogni sede gli interessi ed i diritti dei cittadini, con obbligo di Poste Italiane al rispetto di quanto stabilito dal D.M. 7.10.2008 e così ben evidenziato dalla Sentenza del Consiglio di Stato, in premessa richiamata;
-Di disporre la trasmissione del presente atto a Poste Italiane SpA, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Presidente della Regione Piemonte.
Franca Biglio
PREMESSO CHE:
- Poste Italiane ha approvato un Piano di rimodulazione degli Uffici Postali che dovrebbe adeguare l’offerta all’effettiva domanda sul territorio tenendo fermo il principio della centralità del cittadino e della massima attenzione per le sue esigenze;
- detto piano, sempre secondo Poste Italiane, sarebbe stato definito in conformità con il vigente Contratto di Programma e con la normativa che stabilisce particolari garanzie per i Comuni caratterizzati da una natura prevalentemente montana del territorio e dalla scarsa densità abitativa;
- pertanto con detto piano Poste Italiane recepirebbe le indicazioni del Presidente dell’AgCom, Angelo Marcello Cardani, che con una sua lettera, obbliga Poste “a garantire la fruizione del servizio postale nelle zone disagiate anche a fronte di volumi di traffico molto bassi”;
RILEVATO che invece il solo Piemonte rischia di fatto che una quarantina di uffici siano chiusi e più di 130 sportelli di piccoli comuni non funzioneranno più a tempo pieno bensì soltanto due o tre volte a settimana, venendo così a mancare un servizio importante per tali aree e dove di conseguenza pagare bollette, ritirare le pensioni o spedire un pacco sarà più difficile, soprattutto per la maggioranza della popolazione anziana;
RIBADITO che solo la collaborazione con le Amministrazioni Locali, con chi cioè conosce il territorio montano, avrebbe consentito a Poste Italiane di ridefinire standard dei servizi e offerta nelle nostre aree montane dove è evidente che i servizi non possono essere organizzati come nelle città e nelle aree ad alta densità di popolazione;
PRESO ATTO che:
- con sentenza n. 1262, depositata l’11.03.2015 la sesta Sezione del Consiglio di Stato ha sancito che NON è CONSENTITO a Poste Italiane chiudere uffici postali nei piccoli centri se non vengono rispettate le distanze in rapporto alla popolazione e se la scelta non viene adeguatamente motivata;
- la sentenza si basa su due aspetti fondamentali:
1) nell’analisi del rapporto popolazione/distanze, in quanto l’espressione “accessibilità al servizio” utilizzata dal DM 7.10.2008, non può prescindere dall’effettiva e normale percorribilità delle strade di accesso agli uffici postali in termini di reale e conveniente fruibilità da parte dei cittadini e le strade devono essere altresì servite da mezzi pubblici;
2) nella considerazione che le determinazioni di Poste Italiane non possono basarsi esclusivamente su parametri economici e gestionali: “la Società non può fare spending review sulle spalle dei piccoli Comuni, determinando disservizi e disagi soprattutto alla popolazione anziana e a quella priva di strumenti tecnologici”;
DATO ATTO che i Direttori di Fiale di Poste si limitano a comunicare la modifica dell’orario di apertura al pubblico dell’Ufficio Postale dei Comuni interessati al provvedimento, senza che venga fornita alcuna motivazione specifica circa la decisione assunta;
RIBADITA pertanto la ferma opposizione dell’ A.N.P.C.I. alla chiusura o riduzione di orario di apertura degli Uffici Postali nei piccoli comuni, in particolare montani, già penalizzati da difficoltà socio – economiche, privi di strumenti tecnologici e costantemente penalizzati da riduzioni di servizi;
CONSIDERATO che Poste Italiane SpA riceve contributi dalla Stato per consentire agli uffici postali periferici di garantire l’erogazione dei servizi postali essenziali;
D I S P O N E
-La ferma opposizione dell’A.N.P.C.I. alla chiusura o riduzione di orario di apertura degli Uffici Postali nei piccoli comuni, in particolare montani, come da Piano di rimodulazione approvato da Poste Italiane;
-Di diffidare pertanto Poste Italiane dall’assumere qualunque decisione in merito all’orario di servizio dell’Ufficio Postale dei piccoli comuni, che determini disservizi e disagi alla popolazione, impegnandosi in caso contrario a difendere in ogni sede gli interessi ed i diritti dei cittadini, con obbligo di Poste Italiane al rispetto di quanto stabilito dal D.M. 7.10.2008 e così ben evidenziato dalla Sentenza del Consiglio di Stato, in premessa richiamata;
-Di disporre la trasmissione del presente atto a Poste Italiane SpA, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Presidente della Regione Piemonte.
Franca Biglio
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