Comunicazioni della Presidenza

Cari colleghi prepariamoci all’arrivo DELL’INVERNO DELLE AUTONOMIE. Leggete!

21 marzo 2016
La Presidente

LA PRIMAVERA DELLE AUTONOMIE o meglio L’INVERNO DELLE AUTONOMIE!
Oggi
Oggi sabato19 marzo 2016. Sono le 13,27 e come tanti sabati e domeniche trascorsi nella calma del mio comune penso, rifletto, lavoro. Oggi, dopo l’ennesima nevicata del mese di marzo, splende un magnifico sole e nell’aria odore di primavera con i suoi 16 gradi centigradi. Sarebbe una bella giornata tutta da vivere e gustare se non fosse quella del giorno dopo un convegno tenutosi a Cuneo da Anci sul tema: “LA PRIMAVERA DELLE AUTONOMIE LOCALI”. Titolo ammiccante, che fa ben sperare: prelude al risveglio della natura con i suoi colori, i suoi profumi, che arrivano fino a te trasportati da quell’arietta leggera, che ti ridanno vigore e voglia di vivere. Ma improvvisamente il sogno svanisce, ti risuonano martellanti nella mente le parole sentite ieri, a parte quelle equilibrate pronunciate dal Ministro Costa, e sprofondi in un autunno grigio, nebbioso che ti dà la percezione netta che il grande Ungaretti abbia scritto appositamente per te, per il tuo piccolo comune, per tutti i piccoli comuni d’Italia: “si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”! Scorre tra le vene un vento gelido che prelude all’inverno quando la natura si addormenta e tutto tace. Ma per noi non ci sarà un‘altra primavera ed è perfettamente inutile attendere il principe azzurro che venga a risvegliarci. La bella fiaba di Biancaneve e i sette nani non è per noi: resteremo nell’oblio per sempre. Ma come si permette chi non è stato eletto da nessun nostro cittadino dettarci le regole per amministrare? Eppure chi non è stato eletto da nessuno dei nostri cittadini, decide per noi! Mi chiedo ma come mai diamo così fastidio? Come mai questi “grandi” personaggi si occupano così tanto di noi che pensiamo solamente a lavorare per il bene della gente e del territorio? Come mai diamo così fastidio, quando è ormai chiaro che questo processo, che persegue unioni e fusioni, non porta risparmi, ma costi aggiuntivi?
Ieri
Ieri a Cuneo c’erano proprio tutti. Siamo importanti, ti viene da pensare. Invece no. Siamo un problema da eliminare, ma dobbiamo essere proprio noi a farlo. Autoeliminarci da “PROTAGONISTI”, la parola chiave di tutto il convegno. Ma va? Protagonisti di che cosa? Del nostro destino? Del nostro futuro? Un futuro che sprofonda in un inverno gelido senza possibilità di risveglio? Protagonisti solo di poter scegliere come morire?

Ieri, tra i relatori, nessun sindaco dei comuni fino a 5000 abitanti. Eppure si parlava proprio di noi! Non è quanto meno strano, per non dire scorretto? Per di più NESSUNO ha potuto dire la sua: niente dibattito. Non era previsto: evviva il confronto! Mi viene allora spontaneo formulare un nuovo titolo, molto più appropriato, per il convegno:
“VIENI, ASCOLTA, UBBIDISCI E STAI ZITTO”
Evviva l’ANPCI dove il confronto è di casa.
Conclusioni del Ministro, on. Enrico Costa: “vi conosco tutti con le vostre ansie, con il vostro senso di responsabilità. I piccoli comun sono una risorsa fondamentale non solo per i sindaci e i consiglieri ma anche per i volontari, le proloco, la protezione civile, gli alpini. Senza loro si perderebbe una risorsa non iscritta a bilancio. Non si deve imporre ai piccoli comuni, ma porre le condizioni perchè vengano fatte autonomamente le scelte, evitando strutture pesanti, le sovrapposizioni. L’area omogenea non può essere definita dall’esterno, ma dagli amministratori. Omogeneità significa parità di trattamento dei cittadini e non si può essere considerati solo sulla base del numero di abitanti, ma anche per estensione territoriale perchè la scelta di un sindaco ha un peso sul territorio. Importante il CONFRONTO CON CHI E’ SUL CAMPO LE CUI IDEE NON SONO MARGINALI”.
Un monito per tutti. Grazie Ministro per essere vicino a noi operai della pubblica amministrazione.
Riflessioni
Dalle proposte dei relatori Anci è chiaramente emerso che più di primavera si è discusso e proposto l’inverno delle autonomie locali.
Abbiamo assistito alla presentazione di proposte che lascerebbero ai sindaci due alternative: scegliere autonomamente se unirsi o fondersi, altrimenti si è costretti con le cattive. Se decidi di tuo sarai abbondantemente premiato “incentivi molto forti”, ma se resisti prima o poi sarai costretto ad ubbidire, se non vuoi morire di fame. L’autonomia dei comuni, tanto decantata dai relatori, si ridurrebbe dunque a questa sola scelta: far morire i comuni dolcemente dopo aver somministrato una massiccia dose di anestetico (contributi) per trasportarli in maniera indolore verso l’unione o la fusione, oppure, nel caso non accettassero tale dolce morte, farli morire, appunto, di fame tagliando ogni risorsa possibile.
E’ questo l’intento dell’Anci che, nonostante le continue segnalazioni da parte della Corte dei Conti sul fallimento delle unioni (non ultima la relazione sulla gestione finanziaria degli enti territoriali 2013, nella quale si segnala che nelle unioni c’è un alto livello di rigidità che non consente di far registrare risparmio modulando le risorse utilizzate e pertanto, al contrario, si registra un generale incremento di spesa) continua a rilanciare il progetto delle unioni o fusioni e pur di non ammettere di essersi sbagliata, rilancia la posta come un giocatore di poker il quale di fronte al rischio della perdita del piatto per una giocata al buio, rilancia con un bluff. Basta con questi giochi d’azzardo sulla nostra pelle! E’ dimostrato che i tentativi di gestione associata delle funzioni tramite unioni non hanno consentito una riduzione della spesa, ma hanno generato costi aggiuntivi, ma l’Anci continua ad affermare che l’associazionismo tramite unione o fusione è comunque un’opportunità da cogliere. Ma quale opportunità? E’ evidente e pacifico che con le unioni i servizi verranno accentrati nel Comune più grande favorendo così lo spopolamento delle aree marginali e la loro conseguente desertificazione. I terreni abbandonati in montagna trattengono il 22% in meno delle acque di pioggia e di disgelo. Meditate su questo dato a ogni alluvione.
Noi abbiamo sostenuto e sempre sosterremo l’associazionismo efficiente generato dal basso e non calato dall’alto, ma nei fatti e non a parole, che non corrispondenti mai ai fatti. Un associazionismo legato all’efficienza, efficacia ed economicità dei servizi indipendentemente dal tipo di strumento usato e non un associazionismo da costituire tramite unioni obbligatorie per tutti i comuni sotto i 5000 abitanti come imposto dalla legge 56/2014, legge Delrio.
L’ANPCI è disposta a favorire tutte le forme associative che razionalizzano e migliorano l’erogazione dei servizi ed invita chi di dovere a sostenere in tutte le sedi istituzionali il quadro normativo dell’associazionismo all’interno del nuovo Codice delle autonomie locali, ma solo dopo aver definito i COSTI STANDARD in un’ ottica che privilegi la razionalizzazione della spesa e il miglioramento dei servizi indipendentemente dallo strumento associativo utilizzato, che deve essere autonomamente scelto dagli amministratori “ LE CUI IDEE NON SONO MARGINALI”, ma determinanti e non discutibili.
p.s punteggio MEF, da 0 a 10 attribuito ai comuni per erogazione servizi, dei comuni rappresentati dai relatori del convegno: Torino 7,60; Pesaro 7,40; Novara 7; Vicenza 7,60.
MARSAGLIA 8,60
Non sarebbe il caso che si imparasse dai piccoli comuni che hanno molto da insegnare? Da noi un proverbio dice: “Non insegnare ai gatti ad arrampicarsi” !
Marsaglia, 19.03.2016 Franca Biglio

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