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14/02/2001 Delegazione Sindaci dal Presidente del Senato
20 giugno 2010 Mercoledì 14 Febbraio 2001 Una delegazione di Sindaci è stata ricevuta dal Presidente del Senato Nicola Mancino e quindi dal Presidente della Camera dei Deputati On.Luciano Violante per chiedere e ottenere l'abrogazione della norma che limita a due i mandati consecutivi dei Sindaci. Al termine della giornata la delegazione ha ottenuto che il provvedimento verrà esaminato e discusso lunedì 26 febbraio nell'aula di Montecitorio. Sigg.ri Parlamentari, Sigg.ri Presidenti delle Giunte Regionali Sigg.ri Assessori Regionali, Sigg.ri Presidenti delle Province Una folta delegazione di Sindaci dell'Associazione Nazionale Piccoli Comuni d'Italia in seguito agli incontri tenutisi in data 14 u..s. con i vari gruppi parlamentari, nonchè con il Presidente del Senato Mancino, e con il Presidente della Camera Violante, ha concordato di presenziare ai lavori parlamentari per seguire direttamente il dibattito e la successiva votazione relativa alla proposta di modifica dell' art 51, comma 2, del T.U. 267/2000, previsti nei giorni 27 e 28 Febbraio e 1°Marzo 2001. La scelta di Montecitorio è stata fatta per denunciare un palese atto di sfiducia verso chi vota. Si crede di dare dei limiti temporali all'espressione del diritto di voto creando un turno di astensione che dovrebbe evitare condizionamenti di sorta. Si dimostra che l'elettore non ha la necessaria maturità politica e civile di esprimere liberamente la propria opinione e di non credere nel nuovo sistema elettorale. Sicuramente l'attenzione della moralità nella gestione della cosa pubblica negli anni in cui fu fatta la legge può aver giustificato l'introduzione del "vincolo", ma oggi il popolo ha riacquistato ad ogni livello una responsabilità di governo. Sostenere il contrario non si spiega perchè dovrebbe esistere solo per i Sindaci e per i Presidenti delle Province. In Italia non esiste alcuna altra carica elettiva che abbia un vincolo di questa natura: NON ESISTE PER GLI STESSI PARLAMENTARI nazionali ed europei; non esiste per i Consiglieri Regionali; non esiste per i PER I PRESIDENTI DELLE GIUNTE REGIONALI. Anzi un probabile vincolo al mandato parlamentare configurerebbe una violazione alla norma costituzionale. Perchè allora limitare il diritto di elettorato passivo solo per i Sindaci e pensare che il "divieto" possa impedire la degenerazione politica che dovrebbe avvenire solo negli enti locali ? Sono interrogativi che i Sindaci pongono con fermezza ed è ora che si diano risposte comprensibili. Si pensa, invece che il problema vero è di PALESE SFIDUCIA AL SINDACO da parte di chi ha il POTERE DI DECIDERE DELLE SORTI politiche del paese. Eppure i Sindaci sono un risorsa per la politica Italiana ed una energia vitale per i grossi centri, per i medi e soprattutto per i Piccoli Paesini della nostra Nazione. Forse l' ente locale "minore" ha la massima esponenzialità degli interessi della collettività che gestisce nel rispetto dei principi basilari dell' efficienza, efficacia e buona amministrazione. I Sindaci dei Piccoli Comuni lavorano quotidianamente sotto il controllo diretto di una esigente opinione pubblica che, lungi dall'essere "ammaestrata al potere", ESPRIME con il libero voto un potere di scelta genuino. Che problema pone mai il terzo incarico quando la legge, per taluni casi, già lo consente ? (art..51, comma 3, del T.U.) Sigg.ri Parlamentari: il problema è di strategie politiche incomprensibili e ingiustificate sotto ogni profilo costituzionale in primis e di democrazia, che cade sulla testa dei "Piccoli Comuni" penalizzando fortemente l'attuazione dell'attività programmatoria. VOGLIATE Per le motivazioni innanzi espresse, rendervi paladini dei diritti liberalie democratici dei Sindaci "dei Piccoli Comuni" e profondere il Vostro impegno per rimuovere il divieto del terzo mandato, assumendo ogni più utile iniziativa politico istituzionale. Sigg.ri Parlamentari, Sigg.ri Presidenti delle Giunte RegionaliSigg.ri Assessori Regionali, Sigg.ri Presidenti delle Province Una folta delegazione di Sindaci dell'Associazione Nazionale Piccoli Comuni d'Italia in seguito agli incontri tenutisi in data 14 u..s. con i vari gruppi parlamentari, nonchè con il Presidente del Senato Mancino, e con il Presidente della Camera Violante, ha concordato di presenziare ai lavori parlamentari per seguire direttamente il dibattito e la successiva votazione relativa alla proposta di modifica dell' art 51, comma 2, del T.U. 267/2000, previsti nei giorni 27 e 28 Febbraio e 1°Marzo 2001. La scelta di Montecitorio è stata fatta per denunciare un palese atto di sfiducia verso chi vota. Si crede di dare dei limiti temporali all'espressione del diritto di voto creando un turno di astensione che dovrebbe evitare condizionamenti di sorta. Si dimostra che l'elettore non ha la necessaria maturità politica e civile di esprimere liberamente la propria opinione e di non credere nel nuovo sistema elettorale. Sicuramente l'attenzione della moralità nella gestione della cosa pubblica negli anni in cui fu fatta la legge può aver giustificato l'introduzione del "vincolo", ma oggi il popolo ha riacquistato ad ogni livello una responsabilità di governo. Sostenere il contrario non si spiega perchè dovrebbe esistere solo per i Sindaci e per i Presidenti delle Province. In Italia non esiste alcuna altra carica elettiva che abbia un vincolo di questa natura: NON ESISTE PER GLI STESSI PARLAMENTARI nazionali ed europei; non esiste per i Consiglieri Regionali; non esiste per i PER I PRESIDENTI DELLE GIUNTE REGIONALI. Anzi un probabile vincolo al mandato parlamentare configurerebbe una violazione alla norma costituzionale. Perchè allora limitare il diritto di elettorato passivo solo per i Sindaci e pensare che il "divieto" possa impedire la degenerazione politica che dovrebbe avvenire solo negli enti locali ? Sono interrogativi che i Sindaci pongono con fermezza ed è ora che si diano risposte comprensibili. Si pensa, invece che il problema vero è di PALESE SFIDUCIA AL SINDACO da parte di chi ha il POTERE DI DECIDERE DELLE SORTI politiche del paese. Eppure i Sindaci sono un risorsa per la politica Italiana ed una energia vitale per i grossi centri, per i medi e soprattutto per i Piccoli Paesini della nostra Nazione. Forse l' ente locale "minore" ha la massima esponenzialità degli interessi della collettività che gestisce nel rispetto dei principi basilari dell' efficienza, efficacia e buona amministrazione. I Sindaci dei Piccoli Comuni lavorano quotidianamente sotto il controllo diretto di una esigente opinione pubblica che, lungi dall'essere "ammaestrata al potere", ESPRIME con il libero voto un potere di scelta genuino. Che problema pone mai il terzo incarico quando la legge, per taluni casi, già lo consente ? (art..51, comma 3, del T.U.) Sigg.ri Parlamentari: il problema è di strategie politiche incomprensibili e ingiustificate sotto ogni profilo costituzionale in primis e di democrazia, che cade sulla testa dei "Piccoli Comuni" penalizzando fortemente l'attuazione dell'attività programmatoria. VOGLIATE Per le motivazioni innanzi espresse, rendervi paladini dei diritti liberalie democratici dei Sindaci "dei Piccoli Comuni" e profondere il Vostro impegno per rimuovere il divieto del terzo mandato, assumendo ogni più utile iniziativa politico istituzionale. Il Direttivo Nazionale dell' Associazione dei Piccoli Comuni d'Italia (ANPCI) riunitosi alle ore 13 di martedì 27 febbraio 2001 nell'aula Poli di Palazzo Marini in Roma nel ribadire il proprio giudizio nagativo sull'attuale norma che limita a due i mandati consecutivi dei Sindaci.